Ripostiamo di seguito la traduzione di un articolo tratto da Search Engine Journal relativo all’intervento di Gary Illyes sulle ottimizzazioni di un sito lato SEO. Chiaramente, essendo un post più tecnico degli altri, risulta interessante principalmente per gli addetti ai lavori.
L’articolo è basato sull’intervento di Gary Illyes tenuto al Pubcon di Las Vegas, e presenta in vari punti alcune nostre considerazioni a riguardo.
Ecco cosa tenere in considerazione per l’ottimizzazione di un sito web.
Le basi dell’ottimizzazione SEO
Andiamo quindi a dare un’occhiata alle basi dell’ottimizzazione SEO, dividendo il discorso per punti.
1 – I buoni URL hanno un’importanza critica
Illyes ha iniziato ricordando tutta l’importanza della buona struttura di ogni URL e ha parlato dell’utilizzo degli hashtag negli URL: tipicamente, sono i framework JavaScript la causa degli hashtag negli URL.
Gli URL con gli ashtag, sono utili esclusivamente dal punto di vista dell’utente (pososno essere utilizzati per creare una sorta di indice di contenuti all’interno delle pagine), ma dal punto di vista del motore di ricerca sono inutili: dopo l’ “#”, infatti, i bot non leggeranno più nulla.
Ad esempio, questo è un buon URL: esempio.it/url-tradizionale/
E questo è un URL sconsigliabile: esempio.it/pagina#sottosezione
In conclusione: assicurati di evitare URL errati. Per essere sicuro di aver svolto un buon lavoro, puoi tuilizzare la funzione “Controllo URL” presente sul cruscotto di Search Console.
2 – La Canonicalizzazione di pagine e URL
Usa il tag “canonical”.
Il tag “canonical” non è puramente un comando, ma un’indicazione che fornisci ai bot di Google per spiegare che la apgina a cui è applicato il tag canonical è quella che rappresenta un certo tipo di contenuti (il tag “canonical” si utilizza generalmente per reolare le duplicaizoni di contenuto all’interno di un sito) .
Illyes ha affermato che Google prende in considerazione e attribuisce un peso notevole alla dichiarazione di tag “canonical”, rendendo più probabile che Google sceglierà tale URL da visualizzare nei risultati di ricerca.
La nostra opinione
Per esperienza diretta, consigliamo comunque di verificare che in bot seguano il consiglio: se la pagina viene “canonicalizzata” appena messa online, infatti, non ci sono problemi; viceversa, se esistono da tempo contenuti duplicati e viene applicato in un secondo momento un tag canonical, non sempre Google valuterà come canonica la risorsa che si desidera, avendone già indicizzato diverse versioni.
3 – L’ utilizzo del protocollo HTTPS
Per la maggior parte dei siti, ad oggi è semplice implementare il protocollo HTTPs. Con Chrome che acquisisce un ruolo sempre più importante, ora è il momento giusto per effettuare il passaggio – è possibile ottenere il certificato gratuitamente, è super facile da installare, e gli utenti lo apprezzeranno.
La nostra opinione
Aggiungiamo che, il fatto che proprio il browser Chrome segnali come “non sicuro” il protocollo HTTP sui siti, può influenzare negativamente il CTR sui siti che non implementano l’SSL, diventando non solo fattore attivo di posizionamento (sembra, come confermato da Illyes, che l’HTTPS dia un leggero boost ai siti), ma anche passivo.
4 – Le Sitemap
In che modo Google rileva i contenuti? I link sono il primo strumento che il motore di ricerca segue per raggiungere le pagine e rilevarne i contenuti. In seconda battuta arriva direttamente la sitemap, afferma Illyes.
Utilizza le Sitemap per consentire a Google di scoprire le tue pagine.
Se disponi di URL importanti a cui non puoi collegarti dalla tua home page o da altre importanti pagine Web, inserisci tali URL in una Sitemap.
5 – Usa “<a>” con “href”
Se non li stai utilizzando, i motori di ricerca potrebbero non sapere che un elemento è cliccabile, il che è dannoso per la ricerca. Ciò significa che i tuoi contenuti non verranno scoperti e il tuo PageRank non verrà incanalato verso le pagine in cui pensi che dovrebbe andare.
6 – Internal Linking
Se vuoi che le tue pagine siano scoperte dai motori di ricerca, linkale. E’ davvero così semplice.
La nostra opinione
I link interni sono parte integrante dell’ossatura del tuo sito. Vanno pensati ancor prima di mettere mano alla struttura del sito, e comunque permettono di utilizzare anchor che sono sconsigliabili attraverso link esterni, generando fra l’altro maggior valore per l’utente che, trmite i link interni, può seguire un percorso informativo senza uscire dal sito.
7 – I metadati sono ancora importanti
Illyes ha detto che Google non riscrive i titoli tanto quanto si potrebbe pensare.
In genere, Google utilizza i titoli delle pagine che fornisci – a meno che non siano davvero “fatti male”.
Scrivi titoli e meta descrizioni che sono rilevanti per il contenuto di ogni pagina.
Illyes ha anche ricordato a tutti che, nonostante quello che potresti aver letto su Twitter, non esiste un limite di caratteri per le meta descrizioni.
“Non preoccuparti del numero di caratteri. Selezioneremo quel tanto che all’utente sarà utile per dire di cosa tratta la pagina”, ha affermato.
8 – Ottimizza per Google Ricerca immagini
Molte persone dimenticano l’ottimizzazione per la ricerca di immagini di Google.
Quali sono, a questo riguardo, i fattori più importanti da ottimizzare?
Assicurati di aggiungere l’attributo alt. Questo testo non dovrebbe essere incentrato sulle parole chiave per cui si desidera posizionarsi, ma dovrebbe descrivere cosa c’è nell’immagine: Google infatti esegue un riconoscimento delle immagini e questo aspetto continuerà a migliorare. Ma è chiaro che non dovresti ancora aspettarti che Google riesca a capire cosa contengono le tue immagini.
Inoltre, aggiungi didascalie. Ciò che c’è sotto l’immagine è importante.
Il Lazy-load con <noscript> è una tecnica brillante per accelerare le pagine pesanti. Ma il lazy-load viene attivato dagli eventi di scorrimento di JavaScript.
Il problema non è quindi lo scorrimento della pagina ad opera degli spider del motore di ricerca; quindi, se utilizzi il lazy-load per le tue immagini, Google non le vedrà (gli spider vedranno solo un pixel che segnala la posizione dell’immagine), perché Google non effettua lo scroll.
La soluzione per far si che anche il motore di ricerca veda, legga e cataloghi immaigni e meta utilizzando il lazy-load è il seguente: metti i tag immagine in un tag <noscript>. Questa soluzione non avrà impatto sui tuoi utenti, ma renderà possibile per il motore di ricerca vedere le tue immagini.
9 – Come scrivere contenuti migliori
Se vuoi produrre contenuti migliori, il suggerimento di Illyes è quello di scrivere in modo chiaro.
Leggi ad alta voce ciò che hai scritto per assicurarti che non sia meccanico o innaturale alle tue orecchie.
La nostra opinione
Se hai necessità di scrivere meglio, ecco alcuni tool per la scrittura di contenuti migliori che possono tornarti utili, considerando che sono strumenti avanzati per copywriter che utilizzano tecniche di intelligenza artificiale per produrre risultati (potresti sfruttare anche quello che si sa sulle augmentation queries per ottenere risultati migliori).
Leggi qui se vuoi saperne di più del futuro della SEO in rapporto al Content Marketing.
10 – Utilizzare annunci in modo ragionevole
AdSense potrebbe consigliarti di caricare 20 annunci sulla tua pagina, ma non credergli.
Non esagerare con gli annunci.
Oltre ad essere fastidiose, le pubblicità possono far del male al tuo sito, rallentandone il caricamento delle pagine e intralciando la capacità di lettura del tuo contenuto.
La nostra opinione
Per chi sta implementando una strategia di link building, è importante sapere che anche i link provenienti dagli annunci a pagamento hanno un peso.
Quindi, definitivamente, è sempre bene pensarci almeno due volte prima di inserire annunci pubblicitari sulle pagine.
11 – Hai davvero bisogno di quegli interstitial?
Illyes trova fastidioso – e noi con lui, spessissimo – quando visita un sito web e, in pochi secondi, vede un enorme popup che gli chiede di iscriversi alla newsletter di quella società.
Dopo tutto, è appena arrivato e non sa di cosa tratta il sito.
Quindi, perché qualcuno dovrebbe registrarsi, non avendo mai visto i tuoi contenuti prima?
Interstitial che occupano troppo spazio a schermo o che risultano palesemente “invadenti”, tra l’altro, fanno si che il tuo sito venga valutato di minore qualità agli occhi di Google, e questo ha impatto soprattutto sui cellulari e sul posizionamento su mobile (con il Mobile-first, ad oggi il posizionamento su cellulare è proprio quello che conta di più).
12 – La velocità è super importante
Google sa che il sito web più veloce converte meglio (qualunque sia la “conversione” per te) nella stragrande maggioranza dei casi.
Trova uno strumento di test che ti piace, completa quanti più controlli possibili e risolvi eventuali problemi di velocità.
Illyes consiglia lo strumento Lightohouse di Google.
Inoltre, assicurati di non concentrarti su una singola metrica. I dati possono variare da strumento a strumento, quindi è importante esaminare più metriche.
Illyes ha anche ricordato di osservare come gli utenti reagiscono alle tue ottimizzazioni. Ad esempio, i tuoi utenti potrebbero non apprezzare di non trovare determinati contenuti sui dispositivi mobili che possono trovare sul sito desktop.
Non seguire le migliori pratiche alla cieca – implementa le tattiche che funzionano per te.
13 – Dati strutturati
Google utilizza i dati strutturati per comprendere meglio le pagine.
I dati strutturati possono potenzialmente aumentare il traffico e persino aumentare la durata della sessione: è quello che ha scoperto Rakuten, uno dei più grandi siti in Giappone con più di 70 proprietà.
Il traffico è aumentato di 2,7 volte e la durata della sessione è aumentata di 1,5 volte dopo l’aggiunta di dati strutturati.
Illyes ha detto di usare i dati strutturati in modo ragionevole e controllarne sempre la validità.
La nostra opinione
I dati strutturatio aiutano gli spider e i bot a “leggere” e classificare meglio le informazioni di una pagina web, e sono creati a partire da standard condivisi da diverse piattaforme.
Per saperne di più sui dati strutturati e sulle possibilità offerte, vi consigliamo Schema.org.
La cosa complicata
14 – Siti JavaScript
Il JavaScript è piuttosto difficile per i motori di ricerca, ha affermato Illyes. Potrebbero essere necessari a Google giorni o settimane per renderlo visibile.
Ecco perché Google ha affermato che l’HTML statico è il modo più rapido per indicizzare il contenuto. (Inoltre, Google recupera i “rel=canonical” da HTML statico).
Illyes ha affermato (e confermato, perché nella comunità SEO la cosa è abbastanza risaputa) che è necessario “stare lontano da JavaScript il più possibile” se si desidera un sito performante.
La soluzione è il rendering dinamico (chiamato pre-rendering). Usa lo strumento “Fetch&Render” di Search Console per vedere come vengono restituite alcune delle tue pagine: manca qualcuno dei tuoi contenuti critici? Se la risposta è sì, probabilmente avrai bisogno di eseguire il rendering dinamico della pagina.
La nostra opinione
Tra l’altro, aggiungiamo noi, i JS hanno un impatto davvero notevole sulla velocità di caricamento di un sito: più ce ne sono, più il sito sarà lento. Per il medesimo principio di cui parlavamo poco sopra, è altamente sconsigliabile appesantire un sito.
Il Mobile-First Indexing
Google ha fatto il passaggio al mobile-first indexing (quando, storicamente, era la versione desktop a determinare quali siti apparivano in SERP e in quale posizione, anche da cellulare) perché ora più persone utilizzano i dispositivi mobili per la ricerca.
Google ha già spostato tonnellate di siti e altri continueranno a essere spostati. Fino ad ora, Google ha spostato siti che in genere erano ottimizzati per i dispositivi mobili. Questo cambierà.
Google sta per iniziare a spostare siti che non sono ottimizzati per l’indicizzazione sui dispositivi mobili.
Non cambierà molto, però, ha detto Illyes. In pratica, continuerai a posizionarti più in basso nei risultati di ricerca per cellulari se il tuo sito non è ottimizzato per i dispositivi mobili.
La nostra opinione
Se per Illyes questo è “non cambierà molto”, siamo sicuri che, lato SEO (ma anche dal punto di vista economico, se gestisci eShop) l’impatto di una variazione anche limitata verso il basso comporta un numero esponenzialmente minore di conversioni e raggiungimento degli obiettivi.
15 – Che cosa significa essere pronti per il mobile-first indexing?
Considera che:
– Il contenuto (inclusi video e immagini) è in gran parte lo stesso nella versione mobile e desktop del sito;
– Metadati e dati strutturati sono gli stessi;
– I collegamenti interni sono in gran parte gli stessi.
La nostra opinione
Il mobile-first indexing mette al centro le qualità – anche e soprattutto strutturali – di un sito web e il modo in cui lo rendono fruibile da dispositivi mobili. In passato, era prassi creare un terzo livello del sito dedicato al mobile (il sito per cellulari di abcxy.com diventava ad esempio, da cellulare, m.abcxy.com); oggi invece i layout responsive e le tecnologie AMP rendono superfluo un intervento del genere.
I contenuti fruibili, pertanto, saranno pù o meno gli stessi sia su desktop che su mobile, e il sito va pensato in primis per la sua fruizione da cellulare.
Fuoco rapido
16 – Sottodominio vs. sottocartella
A Google non interessa
17 – Che tipo di sito mobile è il migliore?
Ancora una volta, a Google non interessa.
Google vuole solo che tu sia mobile-friendly.
Google continua a raccomandare il responsive design perché è migliore a lungo termine e ti permette di gestire un unico sito.
18 – Mobile-First Indexing
Google utilizzerà il tuo sito desktop – non responsive – per l’indicizzazione mobile-first solo quando questa è l’unica versione. Ma se è così, apparirai più in basso in SERP – e probabilmente questo accade già da almeno tre anni.
19 – Menu a panino
Vanno bene. A Google non interessa se li usi.
20 – Contenuto nascosto da “leggi di più” e affini
Va assolutamente bene!
Il contenuto nascosto dietro i “leggi di più” e affini o dietro differenti tab (schede) otterrà tutto il suo peso nella determinaizone del ranking, ha detto Illyes.
21 – Hai un milione di pagine o meno?
Non devi preoccuparti del crawl budget, ha detto Illyes.
22 – Hai miliardi di pagine?
OK, devi preoccuparti del crawl budget.
Ma hai davvero bisogno di tutti quei miliardi di pagine se solo una frazione viene indicizzata?
Se non hai bisogno di loro e non hanno alcun valore, tagliale.
Ripulire il più possibile il codice può aiutare con il crawl budget.
23 – Primo caricamento di contenuto critico
Dimentica il Time To First Byte (TTFB). Ciò che conta davvero è il primo caricamento critico dei contenuti di un sito – perché è ciò che conta per gli utenti, ha detto Illyes.