BrightonSEO è il più grande evento europeo dedicato al web marketing in tutte le sue forme, che si tiene due volte all’anno (in genere ad aprile e a settembre) a Brighton, in UK.
Nato in una stanza sopra a un pub pochi anni fa, l’evento si è trasformato in breve in migliaia di persone assetate di conoscenza e di aggiornamenti in ambito web marketing che si assiepano di fronte alle porte d’entrata della venue (un edificio posto proprio sullo splendido lungomare di Brighton) ben prima dell’apertura dell’evento.
A BrightonSEO parlano i principali nomi internazionali, e sono frequenti interventi da parte di persone che lavorano o hanno lavorato ad alti livelli in Google. Quest’anno spiccava sugli altri il nome di Rand Fishkin, fondatore di SEOMoz, uno dei siti e dei tools più influenti a livello mondiale in ambito SEO.
Easymedia ha partecipato all’evento seguendo le principali conferenze in ambito di content marketing, site speed, link building e social… con attenzione particolare all’intervento finale di Rand Fishkin.
Il succo degli eventi SEO di BrightonSEO: ritorno al futuro.
L’evento per Easymedia è iniziato dividendosi fra l’Auditorium 1, con una serie di conferenze di Content Marketing, e l’auditorium Syndicate 1&2, con tema principale il Site Speed. Di seguito il riassunto delle sessioni più interessanti a cui abbiamo partecipato.
Il Data Journalism per menzioni e link
Per l’area relativa al Content Marketing, Ross Tavendale di Pitchbox ha parlato di come utilizzare il data journalism (cioè inchieste o approfondimenti realizzati utilizzando strumenti matematici, statistici e sociali, confezionati in modo giornalistico), per guadagnare link anche da testate giornalistiche importanti, creando valore per gli utenti.
L’importante è seguire sempre i dati e creare notizie interessanti dalla loro elaborazione e aggregazione.
Il consiglio che ha dato è che è sempre necessario porsi la domanda: “Perché ci stiamo muovendo in questo modo? Perché stiamo facendo questo?”
E la risposta deve essere univoca: “Perché i dati dicono così”.
Una dichiarazione semplice ma molto accurata.
Come raggiungere i Millennials attraverso i Social Media
Sarah Bradley è la speaker che ci ha introdotto al mondo dei Millennials, e all’attenzione che pongono ai social media. In questa sessione ci siamo dedicati a capire come i brand possano attirare la generazione dei Millennials attraverso i social media, soprattutto analizzando esempi dalle università di Northampron e Oxford.
Le parole d’ordine cardine sono: creare contenuti infusi di responsabilità sociale, scrivere e porsi in modo diretto e autentico, essere più personali.
Quello che Sarah Bradley ci dice è che i Millennials vogliono che i brand li conoscano, che li prendano in considerazione: ecco perché sarebbe importante creare contenuti che possano essere manipolati e “influenzati” dai Millennials.
Perché e come utilizzare i video Live nel Content Marketing
A questo punto è stata la volta di Bobbi Brant di Kaizen, che ha illustrato i perché e le modalità migliori per utilizzare i live video nell’ottica del Content Marketing.
Ecco alcuni dati sull’engagement dei video live, che hanno un enorme successo principalmente perché richiedono meno sforzo di elaborazione rispetto a immagini statiche e possono essere fruiti mentre si fa qualcos’altro, rispetto a pagine di blog da leggere:
– l’80% degli utenti preferirebbe guardare un video live di un brand, piuttosto che leggere la pagina di un blog;
– il 67% di chi guarda i video live di un evento o un concerto è portato ad acquistare immediatamente dopo la fine del video i biglietti per quell’evento o per uno simile;
– il 78% dell’audience online utilizzano e guardano già i contenuti di Facebook Live, e l’ì81% dell’utenza ha guardato più live video nel 2016 rispetto all’anno precedente.
Le piattaforme più comuni per i video live sono Twitter, Instagram, Facebook, Youtube.
Alcune case history portate da Kaizen dimostrano come, rispetto a un tweet classico, un video live di circa due minuti e mezzo abbia registrato un +25% di impression, un CTR maggiore del 16% e un engagement del +365%.
I live video dovrebbero far parte di una strategia di content perché sono facili da fare e non sono costosi, perché l’82% degli utenti delle piattaforme social mostra di preferire un video live a un classico post social.
Bobbi offre poi alcuni spunti interessanti per il successo dei video live:
– Non fare streaming direttamente, ma promuovi lo streaming che farai;
– Non improvvisare: arriva sempre preparato;
– Non fare streaming live da solo: potresti avere bisogno d’aiuto, anche tecnico, durante la diretta;
– Prepara azioni di follow up per il video.
Necessità di essere veloci: speed e mobile mai così al centro della SEO
Mentre una parte di Easymedia era impegnata sul Content, altri si dedicavano all’aggiornamento sulla velocità e sul mobile.
Le due variabili sono infatti strettamente legate, soprattutto perché la connessione non sempre ottimale da cellulare necessita di pagine che si carichino il più velocemente possibile.
Fili Wiese: qualche tip sull’ottimizzazione del page speed
Fili Wiese di SearchBrothers, ex ingegnere esperto SEO di Google ha aperto la propria sessione con alcuni dati piuttosto interessanti sul numero delle pagine per cui Google fa il crawling ogni giorno e sui millisecondi necessari ad aprirle: se il numero delle pagine cresce, quello dei millisecondi per l’apertura decresce in modo evidente.
Allo stesso tempo, Weise ci dice come Amazon perda ben l’1% di revenue a fronte di un caricamento di una pagina superiore dello 0,1%, e Google ben il 20% in una forbice di ritardo di caricamento della pagina compreso fra 0,4 e 0,9 secondi.
La velocità di caricamento dei siti, quindi, è non solo un fattore di ranking per Google, ma anche un segnale cruciale per la soddisfazione degli utenti.
La conferenza di Wiese, che ha progettato alcuni degli strumenti interni di Google ed è quindi un punto di riferimento autorevole nel campo della SEO Tecnica, ha messo in luce alcuni aspetti legati all’ottimizzazione dell’HTML, alla creazione delle pagine AMP e alle PWA (Progressive Web App).
Dopo aver mostrato le differenze nei tempi di caricamento fra le pagine con rendering ottimizzato e quelle non ottimizzato (vedi foto sotto), Weise ha fornito alcune indicazioni sull’ottimizzazione dei CSS, dei Javascript e delle immagini.
Relativamente all’ottimizzazione dei CSS è importante:
– la minificazione dei CSS;
– evitare conflitti fra i CSS (regole che entrano in concorrenza fra di loro, ID multipli etc);
– l’utilizzo di JS deferiti o asincroni per il caricamento dei CSS;
– impostare il caricamento dei CSS fondamentali nella seizone Head del sito;
– la riduzione delle librerie di CSS a quelle strettamente necessarie.
Per i Javascript dobbiamo tenere a mente:
– la minificazione dei JS;
– il caricamento dei JavaScript in modo deferito o asincrono;
– impostare il caricamento dei JS fondamentali all’interno dell’HTML;
– la riduzione delle librerie di JS a quelle strettamente necessarie.
Per le immagini invece:
– scegliere il formato migliore (ad esempio JPG, PNG-8 o PNG-24);
– comprimere e scalare le immagini, migliorandone così il “peso” e le dimensioni;
– Utilizzare il lazy loading, cioè il caricamento delle immagini in differita, non insieme all’apertura del sito.
Sistemi alternativi per la velocizzazione delle pagine sono l’utilizzo di pagine AMP e PWA: in questo ultimo caso, poi, la fruizione da smartphone avviene secondo le modalità di una qualsiasi App, permettendo un ctr maggiore.
Tools & Tips sul Mobile Page Speed: qualcos’altro di interessante
È stata poi la volta di Aleh Barysevich di SEO PowerSuite, che ha illustrato alcuni tools (ovviamente tutti interni a SEO PowerSuite, che noi attualmente non utilizziamo) e alcuni tips da tenere a mente perché si possa dire che il sito ha caricamenti veloci. Attualmente, dice Barysevich, il caricamento medio dei siti è di ben 15,3 secondi (!) a fronte dei due secondi circa che l’utente si aspetta di trovare. Ecco perché ben il 53% delle ricerche da mobile si interrompono prima che i siti siano interamente caricati.
Barysevich ha presentato il metodo RAIL: Response, Animation, Idle, Loading, quattro azioni che corrispondono a 4 modi differenti di categorizzare le interazioni degli utenti e che, se soddisfatte, consentono di avere siti performanti da ogni punto di vista.
– RESPONSE: La risposta visuale di un sito a qualsiasi azione umana dovrebbe avvenire entro i 100 millisecondi;
– ANIMATION: ogni animazione e transizione all’interno del sito deve essere omogenea (60 fps);
– IDLE: bisogna fare attenzione a ciò che accade nel background del sito, che deve caricarsi in blocchi da 50 millisecondi;
– LOAD: il tempo di caricamento della first bite (Time to First Bite, o TTFB), cioè il primo frame del sito, dovrebbe essere inferiore a 1 secondo, mentre il tempo che intercorre fra il primo click dalle SERPs alla possibilità di interagire col sito non dovrebbe superare i 5 secondi.
Di seguito la differenza di caricamento fra un sito ottimizzato e uno non ottimizzato.
Le metriche da tenere sotto controllo e ottimizzare per migliorare la velocità di caricamento di un sito sono:
– Speed Index;
– First Paint (o TTFB);
– First Meaningful Paint (cioè la prima immagine significativa del sito);
– Tempo per la prima interazione;
– body.onload;
– Caricamento contenuti DOM;
– Caricamento completo del sito.
Alla fine dell’intervento, Barysevich ha presentato un esperimento interessante condotto da loro, che evidenziava come l’impatto sul posizionamento delle ottimizzazioni della velocità è tanto più evidente nei siti che già sono velocissimi, o in quelli lentissimi, impattando inizialmente in modo meno importante per i siti con media velocità di caricamento, per cui è invece risultata importante una migliore ottimizzazione, sia SEO che tecnica.
Alcuni SEO Tools free che dovremmo utilizzare
Fra gli interventi più “vendibili” e spendibili online, sicuramente annoveriamo quello di Christoph Cemper, che ha creato uno speech incentrato su uno dei classiconi del Web Marketing: una ventina di estensioni e strumenti utili e gratuiti che tutti dovremmo usare. Se volete approfondire i tools (stavolta freemium, cioè con sessioni a pagamento), ecco un nostro articolo sui tools per keywords e creazione di contenuti AI-oriented che Easymedia consiglia di utilizzare.
Ecco di seguito i consigli di Cemper:
– Google Search Console: fondamentale per chi vuole avere davvero sottomano i numeri del sito da analizzare;
– Google Analytics: strumento potentissimo che permette di esaminare i dati di un sito (sessioni, utenti, CTR, misrazione campagne etc) e mantenere lo storico. Ancora più potente, accurato e completo quando viene combinato con Google Search Console;
– Google Tag manager – permette di gestire numerosi variabili, come i codici di monitoraggio e tracciamento, da un unico cruscotto;
– Keywordtool.io – database completo di parole chiave
– Keywordtracker.io – Misura le posizioni nella rete dei risultati di ricerca di Google di determinate parole chiave per uno specifico dominio;
– Seomonitor.com – Fornisce dati accurati sulla situazione del sito web lato SEO;
– Xenu – analizza a fondo ogni pagina del sito e evidenzia errori e collegamenti interrotti;
– Screaming Frog – software freemium (limitato ai primi 500 risultati) che fornisce analisi approfondite e facilmente esportabili su ogni sito web;
– YoastSEO – estensione per WordPress che permette di configurare e gestire vari parametri SEO;
– JSON-LD Tester – testa la bontà dei codici JSON-LD
– Strumento di test dei dati strutturati – Simile al precedente, ma più completo
– Hreflang Checker – strumento per assicurarsi che il tag HREF sia collegato alle pagine giuste;
– Online Javascript Beautifier – pulisce i codici CSS e JS
– Link Clump – Per aprire link multipli usando Google Chrome
– User Agent Switcher – per rivelare elementi sottoposti a cloaking
– Keywords Everywhere – Estensione chrome che rivela volume di ricerca e Costo Per Click di un sito;
– Link Redirect Trace – Per un’analisi dei link. Estensione disponibile sia per Chrome che per Firefox;
– LRT Link Checker – Estensione Chrome per la verifica di broken link sul sito;
– LRT Link Research SEO Toolbar – estensione per chrome e firefox che permette di conoscere le metriche principali di un sito in ottica SEO;
– LRT Power Trust – Sempre facente parte della “suite” Linkresearchtool come i due strumenti sopra, Power Trust lavora un po’ come Majestic, aiutando a capire la qualità e la “fiducia” di Google in un sito.
SEO, branding e la fiducia nel posizionamento
Uno degli aspetti più interessanti delle azioni di web marketing ben fatte – e della SEO in primis – è comunque quella evidenziata da Alex Rapallo, responsabile del marketing digitale presso Barclays Corporate Banking. Al di là dei fattori tecnici, “uno dei fattori principali è che la SEO riguarda il trust, la fiducia. Se ti posizioni bene con la SEO, il tuo marchio verrà percepito come una compagnia degna di maggior fiducia”.
Rand Fishkin: il suo discorso di chiusura sulle prospettive future di SEO e SERP
Il discorso di Fishkin è andato nella direzione che seguiamo già in Easymedia, quella cioè di implementare strategie differenti e complementari per le necessità dei singoli clienti.
Rand Fishkin, infatti, ha messo in evidenza come le evoluzioni delle SERP di Google nel tempo stiano andando sempre più a favore dell’azienda, che tende a voler mantenere sulle proprie pagine l’utente.
In pratica, mentre prima il servizio di Google era quello di offrire i siti più interessanti e performanti per le ricerche dell’utente, adesso sembra proprio che Google si “appropri” delle informazioni da mostrare direttamente in SERP (pensiamo ad esempio ai “featured snippet”, chiamate anche “posizioni 0”, o ai caroselli), togliendo quindi traffico ai siti posizionati. In pratica, Fishkin ha affermato che Google sta utilizzando i contenuti creati da noi nel tempo – seguendo sempre le sue linee guida – per appropriarsene, ora, e lasciare fuori i siti dalle posizioni migliori in SERP.
La slide di seguito, tratta dal nuovo sito di Fishkin, SparkToro, mostra come Google ormai domini – direttamente o indirettamente – tutto il mercato dei contenuti.
Di seguito, l’evoluzione dei click sui diversi contenuti da desktop e da mobile, così come è attualmente e a confronto con la situazione di due anni fa.
Fishkin ha dato qualche consiglio su come rispondere, offrendo soluzioni su ciò che puoi fare per combattere Google, che sta cannibalizzando il tuo SEO:
– Sfrutta tutti i flussi di traffico che google invia ancora al tuo sito
– utilizza le stime della percentuale di clic nella ricerca per parole chiave per scegliere e posizionare i termini con maggiore CTR;
– utilizza le longtail keywords per creare dcontenuto di valore (molto difficilmente le chiavi di coda lunga verranno cannibalizzate da Google, proprio per una questione di volumi di ricerca);
– controlla le informazioni che appaiono in rete sul tuo marchio;
– monitora le SERP e influenza gli editori per avere menzioni su siti web di alto rango;
– i contenuti interattivi saranno il modo di fare content marketing in futuro (creane di unici per gli utenti).
In conclusione?
Ottimo terreno per restare aggiornati, BrightonSEO costituisce chiaramente un evento da non perdere per un’ agenzia di webmarketing come Easymedia. Come afferma anche Veronica Irons, Head of Digital di Guinness World Records: “Ci sono idee sbagliate su questo evento dedicato alla SEO, se si pensa che sarà noioso. La realtà è che BrightonSEO è lontano da questa possibilità. La qualità delle sessioni è stata eccezionale e si rivolge a tutte le discipline. In definitiva, la SEO è sicuramente qualcosa che non puoi ignorare.”