COME SPIEGARE IL LAVORO SUI SOCIAL A MIA NONNA
Ormai possiamo affermare in maniera sempre più convinta che l’utilizzo dei social è diventato fondamentale per far sì che un’azienda abbia successo. Ma quali sono le ragioni che spingono i brand, le aziende e le imprese ad affidarsi a questo “nuovo” mezzo di comunicazione?
In realtà le risposte sono molteplici, e non del tutto scontate.
Possiamo iniziare con il dire che al giorno d’oggi il “non essere presente” su diverse piattaforme come Facebook, Instagram o LinkedIn (chi più ne ha, più ne metta) corrisponde a non essere proprio presente sulla faccia della terra. Sembra esagerato ma è proprio così.
Quante volte piuttosto che cercare un qualcosa su Google siamo passati direttamente a cercarlo su Facebook? E quando non troviamo risultati? Non ci sembra come se quella cosa non esistesse affatto? Ci puzza di bruciato, ammettetelo!…
Questo accade per una ragione ben precisa… Nel momento in cui un’azienda o un dato brand si iscrive su un social e apre una propria pagina instaura un rapporto molto più “diretto” con la clientela. Rapporto che sembra anche più genuino e amichevole.
Ed in realtà è proprio così. Ormai basta scrivere direttamente su Messenger o in DM per avere una qualsiasi informazione e bam! abbiamo subito una risposta nel giro di pochi minuti.
Questo contribuisce a creare nel pubblico un alto tasso di fiducia nei confronti del brand, che pian piano si posizionerà nella sua testa come un qualcosa di “positivo”, di “allettante” o “familiare”.
Ovviamente, il primo a trarne beneficio sarà il brand stesso, che infatti ne guadagnerà di awareness, di traffico sul proprio sito web e di conseguenza di aumento del fatturato.
Ma c’è dell’altro.
Tutte le piattaforme mettono a disposizione delle aziende (o dei brand che hanno una pagina) diversi strumenti di targettizzazione attraverso i quali è possibile scoprire quali “tipi” di utenti si avvicinano al loro target ideale.
“Chi è interessato ai miei prodotti?” “Chi si sente vicino alla mia attività?”
Una volta trovata risposta a queste domande e tracciato un profilo dell’utente ideale (si, esattamente come l’identikit di un serial killer) non rimane altro da fare che strutturare una campagna ad hoc per questo specifico pubblico.

Facciamo un esempio…
Il mio obiettivo è vendere questa collezione di T-Shirt con su scritto “Stasera faccio la brava”.
Quale sarà il mio pubblico ideale?
Non credo che Vanda, la signora del quarto piano che vive con cinque gatti ne sia interessata. Così come non credo che sia interessato Gianni, il muratore che sta rifacendo il muretto della casa davanti alla mia. Però credo che Alessia, 16 anni suonati possa essere interessata.
È un’adolescente in piena ribellione e probabilmente quest’estate inizierà ad andare in discoteca… Quale cosa più irriverente e “sfacciata” per una sedicenne di una maglietta del genere?
BAM!
- Creiamo una campagna, più o meno accattivante (magari fa più effetto se facciamo vedere una foto di una ragazza esattamente come lei – forse anche più grande – ma questi son segreti del mestiere);
- Impostiamo il nostro target (donne, 13-25 anni, interessi: discoteca, musica, ballo, amiche)
- Scegliamo un obiettivo (Vendere – Quindi *click* sull’e-commerce)
- “Sguinzagliamo” il nostro Robot AMV T11, un sistema ideato, progettato e utilizzato da Easymedia che consente di selezionare gli utenti interessati al prodotto o al servizio del nostro cliente, basandosi su approfonditi metodi di web analysis e su una serie di algoritmi continuamente aggiornati che tengono conto del comportamento degli utenti in rete.
…ed il gioco è fatto!

Avete tutto chiaro, adesso? I social permettono di connettere il brand al suo pubblico i-d-e-a-l-e. A coloro che con molta probabilità saranno gli acquirenti finali del prodotto. Non è fantastico?
Noi di Easy Media siamo specializzati nella gestione di pagine social di tutti i tipi.
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