Potresti non rendertene conto, ma molti degli strumenti che stai utilizzando sono già basati su una tecnologia di AI come il Machine Learning o il Natural Language Processing (NLP).
Che cos’è e cosa significa Machine Learning?
Per ridurre a parole semplici, potremmo dire che il Machine Learning è l’apprendimento automatico, visto come abilità di alcuni computer di imparare dai propri errori. In pratica, di imparare dall’esperienza, senza essere preventivamente programmati in tal senso.
Generalmente, l’approccio al machine learning si divide in base alle tipologie di apprendimento delle macchine; parliamo comunemente di apprendimento automatico supervisionato nel caso in cui al computer vengano forniti esempi completi da cui apprendere, oppure di apprendimento non supervisionato nel caso in cui il software venga lasciato a “lavorare” senza nessun tipo di aiuto da parte dei programmatori.
Quindi, cosa significa Machine Learning? Significa apprendimento automatico.
E che cos’è il Machine Learning? È la capacità di apprendere di alcune macchine.
Ci sono differenze fra i termini Machine Learning, Intelligenza Artificiale e Deep Learning?
Ovviamente si, non sono sinonimi. Leggi qui se vuoi approfondire le differenze fra Intelligenza Artificiale, Machine Learning e Deep Learning (Che differenza c’è tra Intelligenza Artificiale, Machine Learning e Deep learning?)
Una volta specificato – in termini molto semplicistici – cos’è il Machine Learning, passiamo a vedere quali sono i programmi che, ad oggi, utilizziamo spesso e che si avvalgono di tecnologie di apprendimento automatico per migliorarsi – o che, comunque, si basano sulla semantica, che è spesso alla base dei processi di machine learning.
Intercettare le intenzioni di ricerca con tools di intelligenza artificiale
Lo step base dell’intelligenza artificiale per la SEO è, banalmente, la comprensione del search intent dell’utente. Che cos’è il search intent? Semplicemente, l’intento di ricerca di un utente o, meglio, ciò che l’utente sta davvero cercando in rete quando digita una determinata parola (o un insieme di parole) sui motori di ricerca.
Individuarlo è utile per diversi motivi: a livello di user experience consente di fornire contenuti più utili al lettore; allo stesso tempo, consente di creare contenuti più performanti, maggiormente targhettizzabili, che aumentano l’engagement e migliorano numerosi parametri del sito (permanenza, leggibilità, fruibilità, utilità e conversioni).
A livello SEO, intercettare correttamente il search intent permette infatti di posizionare pagine per parole chiave rilevanti che portano traffico/conversioni.
Quello che deve essere chiaro è che il search intent non è la keyword: oggi dobbiamo infatti ragionare sui topic SEO invece che sulla singola parola chiave, per capire come intercettare gli utenti sfruttando la semantica.
Dopo l’aggiornamento dell’algoritmo “core” di Google ad Hummingbird, il motore di ricerca è infatti sensibile alla semantica e al contesto in cui vengono inseriti i testi. Cosa significa?
Facciamo un esempio pre-hummingbird e post-Hummingbird: prima dell’aggiornamento dell’algoritmo, cercando “lunghezza Po” avremmo ottenuto una lista di pagine che, parlando del fiume Po, indicavano nei propri testi la lunghezza del fiume stesso.
Dopo l’aggiornamento ad Hummingbird e l’adozione di un metodo semantico, il risultato è il seguente:

Per sfruttare al meglio la semantica, la connessione fra le singole keywords e i testi e le affinità di significato dei termini, esistono tool come:
- Answerthepublic;
- Seozoom;
- Ahrefs;
- Grammarly;
- Acrolinx;
- (ma ve ne sono molti altri).
Come possiamo utilizzare tali tools per creare maggiore valore per l’utente, magari rendendo automatizzate e scalari le attività di content marketing?
Answerthepublic
Answerthepublic.com è uno dei servizi più interessanti per ciò che concerne la semantica; utilissimo per strutturare testi sfruttando varianti e chiavi affini alla main key, ha l’enorme pregio di mostrare ricerche e domande che gli utenti hanno già fatto intorno alla keyword. Se hai necessità di trovare spunti per un articolo del tuo blog, non esiste strumento migliore per iniziare a farti un’idea di ciò che cercano gli utenti (e dei termini che i motori di ricerca pian piano correlano alla tua main key).

Anwerthepublic organizza in grafici di facile interpretazione i suggest di Google e li rende più leggibili, suddividendo il tutto in varie categorie fra “preposizioni”, “domande”, “comparazioni”, “ordine alfabetico”, “correlate”. In pratica, fornisce un approccio discorsivo alle keywords, le contestualizza e offre spunti decisamente interessanti. Simili ad answerthepublic sono ubersuggest e keywordtool (quest’ultimo offre anche spunti da Youtube, Amazon, Bing, eBay e App Store).

Seozoom
Seozoom è la prima SEOsuite italiana. È uno strumento interessantissimo che, a fronte di un canone mensile variabile, offre tutti i servizi necessari alla perfetta gestione SEO per ogni progetto.

Con SEOzoom puoi:
– avere tutte le informazioni sui backlink (da dove arrivano, quanti sono, quali sono le pagine che ne ricevono di più, con quali anchor, qual è la qualità dei domini linkanti, se i link sono follow o nofollow…);
– analizzare l’andamento delle tue parole chiave in generale e rispetto alla concorrenza, monitorando il rendimento nel tempo e la distribuzione;
– scoprire pecche ed errori tecnici all’interno del tuo sito;
– analizzare a fondo le strategie dei competitor;
– e molto altro ancora.
Perché ne parliamo in questo articolo? Semplicemente perché la suite ha due sezioni fenomenali dedicate al content: oltre alla feature che fornisce approfondimenti sull’intent relativo al keyword research – che è già estremamente interessante – esistono due sezioni dedicate agli strumenti editoriali e al piano editoriale.

Strumenti Editoriali: un aiuto per la creazione di ogni singolo articolo del piano editoriale
Questa sezione del Tool ha delle features davvero interessanti, che mettono bene in mostra l’utilizzo della semantica. Parliamo del “Suggerisci keyword articolo” e del “Suggerisci sinonimi”; inserendo la parola chiave che più ci interessa nella barra del primo otteniamo keywords correlate che possono essere utilizzate per sviluppare e verticalizzare l’articolo, mentre l’opzione “suggerisci sinonimi” allarga ulteriormente il campo semantico della singola keyword mostrandoci chiavi di significato e utilizzo simili.
Fa parte dell’area Strumenti Editoriali anche un altro strumento utilissimo che analizza la rilevanza delle keywords selezionate in relazione alla concorrenza.
Lo strumento “Piano Editoriale” all’interno della suite, invece, garantisce la gestione del piano editoriale, permettendo di creare flussi e inserire responsabili di progetto/articolo.
Ahrefs
Ahrefs.com è uno degli strumenti più conosciuti al mondo per chi si occupa di gestione di progetti SEO: è utile sia per avere info sul proprio dominio che per fare confronti con i principali competitors, fornendo anche informazioni piuttosto approfondite relativamente alle pagine e ai contenuti che performano meglio in base a una determinata parola chiave o esplorando la struttura delle pagine più interessanti dei siti dei competitors.
Utilizzando ad esempio le funzionalità dell’area “Site-explorer”, e nello specifico seguendo il percorso “Site Explorer > enter a competitors domain > Top Pages”, sarà possibile individuare pagine con contenuti replicabili che ricevono molto traffico e pochi backlink, e risultano quindi ottimizzate per keywords ad alto traffico ma posizionabili più facilmente.
Una volta trovata la pagina adatta, la sezione “Keywords”sarà fondamentale per svelare con quante e quali chiavi tale pagina si posiziona nei risultati in top100 di Google.
Le funzionalità semantiche di Ahrefs non si fermano qui: lo strumento offre infatti numerose possibilità per scoprire keywords adatte a creare contenuti ad alto traffico, come ad esempio la nuova funzione Keyword Explorer 2.0.

Grammarly
Purtroppo limitato ancora alla sola lingua inglese, Grammarly aiuta a mettere in risalto parole omofone (cioè parole che hanno lo stesso suono, frequenti in lingue come l’inglese – parole come “knew” e “new”) per eventuali correzioni, e utilizza correttori automatici in grado di rilevare errori che spesso non vengono segnalati (esempio, parole composte che vengono scritte separate). In pratica, è un proofreader molto avanzato, ed è anche facilmente integrabile con altri strumenti (browser, editor di Microsoft Office e affini).

Altro strumento interessante è quello creato dall’azienda CoSchedule (già conosciuta per lo strumento di gestione dei piani editoriali sui social), che permettono di analizzare e modificare i titoli dei propri articoli creandone di nuovi col fine di aumentare la percentuale di click .

Acrolinx
Acrolinx è un tool di uso certamente meno frequente: è adatto soprattutto a grandi aziende, o ad aziende che hanno necessità di riportare la comunicazione interna e esterna a precisi stili, mantenendoli nel tempo (magari dopo una ristrutturazione aziendale). Quali sono le prerogative di Acrolinx?
Il tool, “semplicemente”, permette di mantenere coerenza narrativa e stilistica, nonché il medesimo tono di voce, fra i vari articoli che escono dalla redazione interna dell’azienda, analizzando i testi e fornendo le opportune correzioni ortografiche, “ragionando” per sinonimi e fornendo suggerimenti stilistici in modo tale che la comunicazione risulti sempre in linea con le necessità aziendali e il tono di voce scelto.

L’Intelligenza Artificiale e il Content Marketing: non solo tool
Abbiamo visto quindi che esistono strumenti che sfruttano l’Intelligenza Artificiale a favore del Content Marketing per:
- Ricerca di keywords e argomenti in modo semantico;
- Analisi degli articoli della concorrenza;
- Rilevazione di keywords più performanti su un argomento;
- Ottimizzazione dei testi con strumenti che imparano il linguaggio utilizzato e migliorano gli scritti.
Bene. Se hai avuto l’impressione che i tools possano fare tutto il lavoro, in realtà è proprio l’opposto: i tools sopra descritti sono ottimi, perché permettono di creare piani editoriali dinamici, vicini alle necessità delle persone che troveranno così contenuti utili, ma vanno coordinati da team di esperti e professionisti, persone che sanno come gestire tutte le variabili prese in considerazione sfruttando non solo le keywords giuste per creare contenuti – come si faceva una volta – ma ragionando sul search intent per realizzare piani editoriali degni di questo nome.
Se vuoi scoprire altri tools per keywords e statistiche SEO – e principalmente free – approfondisci il paragrafo presente nell’articolo dedicato a Easymedia a BrightonSEO, al link appena precedente.
I tool presentati servono per automatizzare task ripetitivi e risparmiare tempo e fatica, sfruttando suggerimenti e semantica.
Questo è fondamentale perché l’algoritmo di Google è molto più incentrato sull’intento di ricerca, non sulla corrispondenza esatta della parola chiave: il contenuto ben scritto, tra l’altro, si posizionerà più facilmente nella rete dei risultati di ricerca.
Tutto ciò è possibile grazie ai progressi della tecnologia AI come l’apprendimento automatico e l’NLP, e il suo potere non si ferma a livello tattico: è infatti possibile poi sfruttare questi contenuti grazie alle tecnologie che singole aziende mettono a disposizione dei propri clienti. Tali tecnologie di Intelligenza Artificiale permettono di raggiungere più facilmente i clienti e portarli sul tuo sito, anche passando dal lato “Content”.